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"Per noi la guerra finì a metà mattina del 12 aprile 1945, nell'istante in cui i primi soldati polacchi sfilarono sui loro carri armati lungo la via Emilia, corso principale del nostro paese. Erano preceduti da potenti ruspe le quali, quasi fossero spartineve, sgombravano le montagne di macerie delle case distrutte e rovinate sulla strada. Aprivano in questo modo un passaggio che permettesse l'entrata trionfale dell'esercito alleato, quello stesso esercito attestato fino ad allora sul fiume Senio e che ci aveva martellato continuamente per quattro eterni mesi.I grandi sgomenti, le paure smisurate, gli enormi pericoli, le audaci, assurde speranze che ci tennero compagnia in quei terribili centoventi giorni, sembrava si dissolvessero al rombo dei carri armati alleati. La guerra aveva privato noi ragazzi di occasioni importanti, del tempo dei giochi e della spensieratezza, ci aveva defraudati di regolari corsi scolastici, venuti a mancare per cause di forza maggiore. Riuscimmo però a sopravvivere e questo fu un grande dono. Per tanti, per troppi non fu così. Insieme alle nostre famiglie cercammo di riprendere in mano le redini della vita."